Proceno
Questo piccolo centro medievale, cinto da antiche mura e accessibile un tempo da tre porte, conserva intatta l’impronta del suo passato: fondazione etrusca, castello alto-medievale, palazzi rinascimentali e ben sette chiese storiche, alcune di epoca molto antica. Il borgo, dominato dalla sua rocca fortificata, vanta una posizione privilegiata: a nord si erge la mole del Monte Amiata, a est la valle del Paglia e la Riserva Naturale di Monte Rufeno, naturale prosecuzione della Val d’Orcia, e a ovest si apre la campagna toscana. La via Cassia, storica arteria romana, scorre ai piedi del colle, rendendo Proceno da sempre punto di passaggio strategico, visitato da viaggiatori, eserciti e personaggi storici, come Galileo Galilei, che sostò alla Dogana Pontificia di Centeno, e Papa Pio II, che definì il borgo “nobile olim oppidum et vix expugnabile”. Oggi Proceno è una destinazione silenziosa e immersa in un paesaggio naturale suggestivo. Qui potrai perderti tra i suoi vicoli ordinati, scoprire scorci pittoreschi, respirare aria pura e salubre e ammirare le case in tufo che raccontano una lunga storia fatta di dominazioni, autonomie statutarie e cultura popolare.
Un’origine antica tra mito e realtà
Secondo la leggenda, Proceno fu fondato dal lucumone etrusco Porsenna nel VI sec. a.C., dopo aver ucciso un feroce cinghiale che lo aveva assalito durante una battuta di caccia. In segno di gratitudine alla dea Uni, avrebbe fatto incidere una stele votiva e fondato una città con tre porte. Ancora oggi, nello stemma comunale, appaiono la testa di un cinghiale, le chiavi decussate simbolo di fedeltà papale e la mezzaluna turca, che ricorda sia la partecipazione dei procenesi alla battaglia di Lepanto, sia l’omaggio a Papa Pio II Piccolomini, il cui blasone riportava cinque mezzelune.
Nel territorio sono stati rinvenuti numerosi reperti etruschi e romani, a testimonianza della sua lunga continuità insediativa. Dopo le incertezze delle invasioni barbariche, già prima dell’anno Mille il borgo era fortificato. Passò poi sotto vari domini – Chiusi, Orvieto, Siena, lo Stato Pontificio – ma seppe mantenere una propria identità, testimoniata da statuti comunali risalenti al Medioevo, l’ultima redazione dei quali è datata 1734.
Nel XVI secolo, sotto la signoria degli Sforza di Santa Fiora, venne edificato il raffinato Palazzo G.A. Sforza, oggi uno dei simboli del borgo insieme al castello. Proceno rimase nello Stato della Chiesa fino all’Unità d’Italia e passò alla provincia di Viterbo solo nel 1927, dopo un periodo sotto la provincia di Roma.