Proceno è storicamente una città murata, un borgo interamente circondato da fortificazioni che si estendevano per circa tre chilometri. Lungo il camminamento di ronda, si trovavano i cappannelli, piccole postazioni di guardia coperte, disposte a intervalli regolari per la sorveglianza.
L'accesso al borgo era possibile solo da tre punti, attraverso le Porte della Ripa, di San Martino e del Bottino, ciascuna sorvegliata e chiusa durante la notte. Il numero limitato di accessi era indice del valore strategico e della necessità di difesa della città.
Origine e trasformazioni delle mura
Risulta difficile stabilire con precisione l'epoca esatta della costruzione delle mura, più volte distrutte, ricostruite, trascurate e poi rinforzate. Si ritiene che una prima cinta muraria risalga al X secolo, contemporanea alla costruzione della prima Rocca. Le sezioni più recenti furono ricostruite tra il XV e il XVI secolo, in epoca di rinnovate tensioni militari.
Una testimonianza importante è una planimetria del XVII secolo conservata presso la Biblioteca Vaticana, realizzata da Pietro Paolo Drei e Antonio Alemanni. In essa sono evidenziati il "Fortino fatto di novo" e il portico demolito di fronte alla Chiesa della Madonna del Giglio, probabilmente abbattuto per garantire una migliore visibilità difensiva delle strade provenienti da Acquapendente e dalla valle del Paglia.
Funzione difensiva e declino
Come descritto nel 1462 da Papa Pio II Piccolomini, Proceno era un "nobile oppidum et vix expugnabile, altis undique rupibus cinctum", ovvero una città fortificata difficile da espugnare, protetta da alte rupi su ogni lato. Questo impianto difensivo fu aggiornato durante la Guerra di Castro (1641-1649), conflitto tra i Farnese e lo Stato Pontificio.
Con l'avvento delle artiglierie moderne, le mura persero la loro funzione difensiva primaria, ma continuarono a esercitare una presenza simbolica e a definire l'identità storica del borgo.
Dove
Proceno