Centeno, anticamente noto anche come Ponte Centino, rappresentava la vera porta d’ingresso nel Patrimonio di San Pietro per chi proveniva dal Granducato di Toscana. Posto a cavallo del confine tra due stati, ha rivestito per secoli un ruolo chiave non solo per Proceno ma anche per l’intero Stato Pontificio.
Per la sua posizione strategica, Centeno ospitava una dogana di prima classe, un ufficio postale, una locanda, un carcere, un lazzaretto e un distaccamento di dragoni pontifici incaricati di scortare i dignitari diretti a Roma. Le sue strade furono percorse da innumerevoli personaggi illustri: tra questi, Sant’Agnese da Montepulciano, giunta nel 1283 per fondare il monastero a Proceno, e Galileo Galilei, che vi soggiornò dal 23 gennaio al 10 febbraio 1633, sottoposto a quarantena per la peste. Una targa della Società Italiana di Fisica ne ricorda il passaggio
Un simbolo di collaborazione
Nel 1834, a testimonianza dei rapporti di buon vicinato, lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana costruirono insieme il ponte sul fiume Elvella, ancora oggi simbolo di collaborazione tra due mondi un tempo divisi.
Un nodo strategico nel Medioevo
Nel Medioevo, Centeno fu spesso oggetto di contese militari. Fino all’epoca degli Sforza, fu teatro di assalti e scontri, non solo per la sua posizione geografica ma anche per il suo significato politico e religioso: rappresentava il confine tra guelfi e ghibellini.
Un gesto di gratitudine
Quando Sant’Agnese divenne madre superiora a Proceno, i procenesi concessero l’esenzione dai pedaggi ai cittadini di Montepulciano che transitavano per Centeno. In segno di reciprocità, anche Montepulciano fece lo stesso per i procenesi. Questo gesto evidenzia l’importanza economica, simbolica e strategica che Centeno ricopriva già nel XIII secolo.
Dove
Proceno