Lars Porsenna, il Lucumone

La leggenda della fondazione di Proceno

 

Lars Porsenna, potente Lucumone di Chiusi, visse tra il VI e il V secolo a.C. e passò alla storia per aver guidato la guerra contro Roma in sostegno del re Tarquinio il Superbo. La sua figura, tra le più note della civiltà etrusca, è legata anche alla fondazione leggendaria di Proceno.

Secondo la tradizione, Porsenna si trovava di ritorno da una battuta di caccia o, per altri, dall’assedio di Roma quando, arrivato in un fitto bosco tra i fiumi Paglia e Stridolone, decise di fermarsi per la notte. Era una zona selvaggia, abitata da enormi cinghiali noti per le loro razzie nei campi coltivati.

Mentre era seduto in meditazione, un cinghiale gigantesco e feroce lo attaccò. Il re non fece in tempo a estrarre la spada, ma invocò la Dea Uni, divinità etrusca a lui cara. La leggenda narra che Uni intervenne, bloccò il cinghiale a mezz’aria e lo fece cadere proprio sulla spada del Lucumone, incastrata tra due rami.

Porsenna, salvo grazie alla protezione divina, volle subito ringraziare la dea. Fece erigere una stele nel punto esatto in cui era avvenuto l’episodio e ordinò la fondazione di una città con tre porte, che portasse il suo nome: Proceno.

Di quella stele oggi non resta traccia, ma la collina su cui sorge il borgo è rimasta a lungo considerata luogo sacro. Proprio lì, secoli dopo, Sant’Agnese da Montepulciano avrebbe fondato un monastero, e ancora lì sarebbe avvenuto il miracolo dell’Ostia portata da un angelo alla santa.



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